Qualche giorno fa ero al compleanno di un’amica, organizzato nei locali di una libreria. Lei aveva preparato un gioco: a ogni partecipante venivano consegnati nell’arco del pomeriggio alcuni biglietti colorati, ciascuno di essi dava istruzioni e proponeva un enigma.
Al termine del mio secondo biglietto ho trovato questa istruzione in post scriptum: “Il tuo libro ha la copertina lucida nera”.
Così sono stato al gioco e ho spulciato tutti gli scaffali della libreria in cerca del mio libro.
Mi sono ritrovato tra le mani “Il corpo del sogno”, di Pierluigi Lattuada.
Ebbene, trascuro il contenuto – non affatto trascurabile ma, come potrete capire dal sottotitolo “Istruzioni per l’estasi” può essere illuminante per alcuni come incomprensibile per altri – per dirvi che si tratta di un libro davvero ben scritto, sorprendente per lo stile.
A tratti è uno spaccato della vita indigena nella giungla amazzonica, e Lattuada ha la capacità di coinvolgere il lettore nella sua atmosfera in modo assolutamente originale, mescolando sentimenti (dei protagonisti) ed emozioni (legate all’ambiente).
In una delle prossime conversazioni sulla scrittura, più precisamente la sesta dedicata all’ambientazione e che vedrete pubblicata tra qualche settimana, ho parlato proprio di tale aspetto che ora ho ritrovato tra le pagine di questo bel libro: la capacità di un autore di compenetrare i sentimenti dei protagonisti con le emozioni scaturite dal contatto con l’ambiente in un tutt’uno in grado di conferire unicità alla trama. L’ambientazione diviene trama stessa!
È un ottimo libro di cui vi consiglio la lettura.