Inferno e Paradiso, certo, ma anche una città italiana come tante: sono queste le ambientazioni di Freccia, i luoghi dove vivono e si muovono i personaggi. I primi due sono luoghi immaginari, che ho inventato completamente, mentre il secondo è un modello di luogo che conosco. Mescolando queste scelte e facendo riferimento a come questi due piani ad un certo punto interagiscono, potremmo parlare, a proposito di Freccia, di “urban fantasy” – giusto per dare una definizione (cosa che piace così tanto!). Urban Fantasy è un genere in cui l’ambientazione deve essere urbana e in cui si prevede l’irruzione di elementi fantastici all’interno del “set realista” cittadino. Un esempio per tutti? Gotham City, la metropoli futuristica protetta dal paladino Batman, che abbina la sua identità fantastica di supereroe a quella (a pensarci bene altrettanto fantastica!) di industriale miliardario “qualsiasi”.
Perché ho fatto questa scelta? Perché – come dice Stephen King – “viviamo un una rete di mistero”, ma questo mistero non è qualcosa di distante, sconosciuto, inarrivabile. No, questo mistero s’intreccia con il quotidiano, con la nostra vita di tutti giorni. Qualche volta se ne sta nascosto in silenzio, e qualche volta irrompe in quelle che chiamiamo coincidenze, sogni o magia. Tenere gli occhi aperti, allenarsi dando la “caccia” alla magia nella nostra vita è la prima fonte di ispirazione per chi vuole buttarsi nella meravigliosa avventura di scrivere un libro.