Trovo molto interessante l’articolo pubblicato un paio di giorni fa da The Telegraph: “Reading can help reduce stress”.
I risultati della ricerca condotta dall’Università del Sussex richiamano fortemente quanto le discipline orientali (e ormai non solo quelle) portano attenzione ai benefici di Contemplazione e Concentrazione, ma anche al valore del Servizio.
Queste attività hanno il fine di distogliere la mente dal continuo affannarsi tra preoccupazioni del futuro e sofferenze del passato, riportando l’essere al momento presente, con i benefici descritti dall’autore dell’articolo che pone l’accento non solo al benessere della psiche (mi riferisco allo stress) ma anche del cuore, e del suo potente campo elettromagnetico.
Non solo: vorrei soffermarmi su questo particolare dell’articolo: “Losing yourself in a book is the ultimate relaxation… an active engaging of the imagination as the words on the printed page stimulate your creativity and cause you to enter what is essentially an altered state of consciousness”.
Leggere rilassa quindi più di ascoltare musica, prendere un caffé (la ricerca inglese parla di the – of course! – ma possiamo assimilare i due gesti nella stessa tipologia di rituale “principe” del relax) e addirittura fare una passeggiata.
Secondo la mia personale esperienza, trovo che quanto scritto sia uno degli strumenti per stabilire la persona (il lettore nel nostro caso) in una condizione di “learned hopefulness” ovvero in uno stato nel quale, recuperata la propria consapevolezza, sia in grado di acquisire il potere di ideare, apprendere, realizzare, insomma che abbia la sensazione di farcela.
Ogni volta che io leggo, infatti, scopro di ritrovarmi al centro della mia attenzione, se non altro perché provo emozione, apprendo su me stesso e, in definitiva, ricavo un’autentica sensazione di piacere.
E’ un pieno di vitamine per la vita!
Ecco perché, accanto al pc, ho sempre 2 libri nella mia cartella di lavoro.